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Webinar del Prof. Dario Eugenio Nicoli: Valutare per riconoscere ed apprezzare il valore

Webinar coinvolgente e di grande impatto emotivo quello sulla Valutazione tenuto il 23 marzo scorso dal Prof. Dario Eugenio Nicoli, responsabile scientifico e coordinatore del progetto Assi Culturali e canone formativo insieme al Prof. Arduino Salatin.

Sul tema della valutazione converge molto spesso l’apprensione dei docenti e la “tensione” aumenta maggiormente nei momenti di transizione, quando cambiare il paradigma educativo comporta riflettere sul ruolo del docente che continua a formare anche attraverso la valutazione.

Il Prof. Dario Nicoli ha catturato l’attenzione dei partecipanti, più di 220, mantenendola sempre alta e costante con una esposizione lucida ed esaustiva di contenuti, strategie e tool indispensabili ai formatori del futuro che si mettono in gioco in un progetto realmente fondativo ed antropologico. Non bisogna, infatti, dimenticare che sono sempre i nostri ragazzi al centro del curriculo, quei ragazzi che, il Prof. Nicoli ci ricorda, dubitano di possedere un valore e che sono incastrati in un loop mentale, risultato di innumerevoli ingaggi giudicati e non valutati.

Durante il webinar il relatore ha instaurato una relazione empatica con i partecipanti cogliendo un bisogno diffuso, fornendo risposte concrete e delineando il coinvolgimento di una intera équipe pedagogica a supporto dell’allievo e del curriculo fondativo dell’educazione al lavoro.

Valutare significa attribuire valore (oggettivo, intersoggettivo e soggettivo) alle risorse e qualità della persona, e ciò richiede un processo circolare in riferimento alla progettazione e l’apprendimento.

L’azione del valutare è sempre posta nella prospettiva del formare, ovvero di:
  • rendere l’allievo consapevole delle sue risorse e potenzialità nel suo rapporto con se stesso, gli altri, il compito ed il contesto in cui si svolge la sua esistenza;
  • fornire ai formatori stimoli ed elementi di paragone che consentano loro di cogliere il punto in cui si trova la classe, e le sue articolazioni per livelli, nel processo formativo, e decidere i passi da svolgere.
La qualità formativa della valutazione si è vista in modo straordinario nella fase dell’isolamento, dove è accaduta una sorprendente trasformazione dello stile valutativo dei formatori, passando dall’enfasi sul voto al primato del miglioramento. È un passo di grande valore, che supera il pericolo della schizofrenia del formatore e rende possibile un avvicinamento tra i due attori dell’attività formativa, secondo il motto inglese “2 stars & a wish” ovvero due cose positive ed un miglioramento.
  1) nel primo tempo il formatore, prova alla mano, segnala all’allievo i suoi punti positivi e l’ambito di miglioramento,
  2) in un secondo tempo l’allievo riprende la prova a migliora dimostrando di aver appreso quanto indicato.

Lo stile formativo della valutazione disegna un cammino per l’apprendimento; in tal modo la valutazione finale non sarà più sommativa di prove singole, ma terrà conto dell’insieme del percorso che l’allievo ha intrapreso, visto in base alle prestazioni compiute (ovvero mostrate nella loro integralità e fecondità) e dei differenziali di apprendimento conseguiti.

Lungo il percorso formativo occorre che ogni formatore tenga conto di tre fattori:   

1. Le prestazioni che evidenziano il cammino di apprendimento degli allievi, riferite soprattutto a conoscenze ed abilità.
2. I processi che indicano il modo in cui lo studente procede dall’intellezione del reale alla concettualizzazione in riferimento al metodo adottato (ricerca delle informazioni, metodo di studio, collaborazione, uso degli strumenti, procedimenti di soluzione dei problemi: problem posing e problem setting…).
3. Le disposizioni (verso se stessi, gli altri, il compito, la comunità) che indicano le soft skill, meglio definibili come virtù ovvero la «disposizione naturale a fuggire il male e fare il bene, perseguito questo come fine a sé stesso, fuori da ogni considerazione di premio o castigo» (Treccani).

Occorre distinguere tra due tipologie di valutazioni:

a) Le notazioni sono riferite alle differenti evidenze dell’apprendimento e della crescita degli studenti, a seconda del tipo di oggetto su cui si svolge la valutazione: si/no (per capire quanti nella classe possiedono specifici requisiti), frazioni per test e interrogazioni a base cognitiva (al denominatore non sempre bisogna mettere il 10, dipende dal numero dei quesiti posti), livelli alfanumerici da rubriche per i compiti di realtà, asterischi per le osservazioni dei processi e delle disposizioni. È questa la parte formativa della valutazione che serve allo studente per capire «dove è» ed all’insegnante per capire «dove si pongono» gli studenti della classe.
b) I giudizi indicano invece i segni unitari e complessivi attribuiti agli studenti alla fine del periodo didattico, dell’anno o del percorso degli studi paragonando le prestazioni con gli standard «oggettivi» ovvero stabiliti dalle autorità competenti. Si tratta di tre fattori «rispecchianti» l’uno negli altri e viceversa: voti, condotta e certificazione delle competenze.

L’osservazione sistematica è una prassi rilevante in ogni attività formativa, particolarmente appropriata alle dimensioni dei processi e delle soft skill ovvero dove i processi formativi ed evolutivi sono contestualizzati nei vari campi di esperienza tenendo conto delle micro e le macrostrutture scolastiche:

  • La vita di classe, di Centro e degli ambienti esterni ad esso, purché rientranti nel curricolo. Qui l’osservazione si centra sui diversi aspetti delle attività (dirette, libere, individuali, di grande gruppo, di piccolo gruppo), sulle tecniche di interazione usate, sull’impiego degli strumenti e dei materiali didattici, sui comportamenti osservati a livello individuale, nelle relazioni di gruppo e nel loro rapporto con gli oggetti, spazi, temi, attività quotidiane e attività straordinarie (progetti, eventi, riti…).
  • La progressione spazio-temporale del cammino formativo, della quale si osservano - da parte degli allievi, del piccolo gruppo e della classe - le modalità di conduzione delle attività via via progettate e dei significati culturali che esse assumono nella vita dei soggetti. Qui l’osservazione è centrata in modo specifico ai processi di risonanza come “appropriazione trasformativa” di quanto viene loro offerto, quindi come cammino di crescita personale nell’apertura, nella “conquista” del proprio protagonismo entro i contesti formativi nelle loro differenti modalità, compreso l’ambito professionale. 
La valutazione delle competenze consiste nell’ancorare il giudizio non a frammenti isolati del processo di apprendimento, ricostruiti come in un puzzle, ma ad azioni integre, reali ed adeguate che sollecitano l’allievo all’ingaggio in situazioni complesse, nelle quali mostra di saper mobilitare quanto è in suo possesso, e ciò che scopre via via nel reale, al fine di perseguire risultati giudicati positivamente.
Queste prestazioni prendono il nome di compiti di realtà, le cui caratteristiche sono la sfida, la criticità, il valore sociale e l’autoregolazione da parte degli allievi visti sia individualmente sia entro un gruppo cooperativo. È quindi necessario, che, in sede di programmazione curricolare, vengano indicati le prestazioni reali e adeguate in grado di formare la “persona competente”.
Le evidenze emergenti da questi compiti e dalle prove esperte/autentiche costituiscono il focus privilegiato del riconoscimento e della valutazione/certificazione delle competenze.
L’autovalutazione si riferisce alla componente soggettiva del metodo valutativo, centrata, con particolare riferimento ai progetti, sulla consapevolezza dell’allievo circa il percorso ed il senso dell’attività svolta, i processi di apprendimento, i “guadagni” di cui beneficia in termini di saperi, competenze, riflessione e progetto personale.    

Il webinar si è concluso con una breve sessione di Q&A da parte di un pubblico motivato che ha saputo cogliere questa opportunità di interazione per sottoporre all’esperto alcuni casi concreti.

Ulteriori approfondimenti sulla Valutazione e la Certificazione delle competenze verranno svolti dal prof. Dario Nicoli durante   incontri ristretti (gruppi inter pares) con i formatori dei CFP pilota che partecipano alla sperimentazione del Progetto Assi culturali e le cui date verranno prossimamente comunicate.
La registrazione del webinar è scaricabile sul sito insieme al materiale esposto durante la presentazione.
Ad aprile inizieranno i webinar riferiti agli assi culturali – asse dei linguaggi, asse storico sociale, asse matematico e asse scientifico tecnologicoa cura degli autori del vol.1 Il curricolo fondativo dell’educazione al lavoro.
Si riprende, dunque, dopo le vacanze di Pasqua, con tre appuntamenti imperdibili:
• il 12 aprile webinar sull’asse dei linguaggi lingua inglese, a cura della formatrice Katia Quintarelli
• il 13 aprile webinar sul Patto educativo globale a cura di Mons. Angelo Vincenzo Zani
• il 14 aprile webinar sull’asse dei linguaggi lingua italiana, a cura del formatore Andrea Bergese.

 

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